giovedì 21 giugno 2007

Abbassò i cieli e discese.

Ripropongo la mia risposta ad un commento precedente.
  1. Il senso dello spirito ha la sua logica, una sua ratio perfetta, precisa, pulita. Luce pura, per intenderci. Non è confusione, disordine, anarchia emotiva e psichica o sbavature del soggettivo. Si intende una ratio superiore che trascende il senso logico-comune delle cose. Una ratio che si curva ad arco ad abbracciare il senso interno dell'uomo, gli dà una logica, gli dà il senso, la ragione profonda di sè. Non faccio filosofia, la filosofia è il giusto passaggio dell'itinerarium mentis in deum verso la teologia. Con quest'ultima non intendo la materia speculativa sull'essenza ed esistenza di Dio..attenzione..Il fine è un'illuminazione, una comprensione profonda, logica ed emotiva, nonchè esperienziale di questo abbraccio tra l'uomo e Dio, di questo bacio tra me e Lui. Il Cantico dei Cantici di cui riporto un passo nella home ne è un esempio. Come si fa ad avere esperienza di Dio? Con l'amore, innanzitutto per se stessi, per il senso di sè che non si riesce mai a conoscere, perso tra egotismi e vigliaccherie do ogni tipo, per il vero sè. Il processo verticale di cui parlo può seguire una triplice direzione: una dal basso verso l'alto, con l'aiuto e il sostegno di una Grazia preveniente, l'altra dall'alto verso il basso, col mistero dell'incarnazione. La terza è consequenziale: c'è una proiezione dei due momenti all'interno di noi stessi, nello scavo profondo delle ragioni e dei perchè dell'uomo, nella scoperta e conoscenza, appunto, del senso di sè.

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