martedì 5 febbraio 2008

Il SENSO DEI TRENT'ANNI


Avere trent'anni
è come indossare per la prima volta un paio di tacchi. A spillo, chiaro.
La falcata ondeggia (che ne sarà di me..), la prospettiva si chiarifica per l'angolazione nuova e diversa assunta dalla vista.
Salire sui tacchi, a spillo, dà un senso morboso di compiacimento e di aver compreso d'un tratto il senso della vita, della propria seduzione, e delle proprie responsabilità.
Salire sui tacchi, a spillo, è malinconico. Forse era meglio quando eri bambina e desideravi di salirci.
Salire sui tacchi, a spillo, è come aggredire una passerella avendo come pubblico i propri pensieri.
Chiaramente molto femminili.
Dà un senso di nervosismo alla fermata del tram, di smarrimento e sudore in attesa della metro, di competizione prima di un colloquio, di finta sicurezza ad un primo appuntamento.
Salire sui tacchi, a spillo, è ricordarsi che a 5 anni provavi quelli di mamma e ti sembravano alti alti, e immaginare che un giorno tua figlia penserà che i tuoi..sono alti alti.
Adesso, come cenerentola la scarpetta calza, ma cerchi l'emozione della mezzanotte.
Toglierli a sera, appana varcata la porta..c'è buio in casa..nessuno ti vede..mio dio che sollievo..
Adesso che nessuno mi vede, in casa non c'è nessuno..penso che quando mi sarò tolta di mezzo i 30 anni...tirerò un sospiro di sollievo.
L'importante è non romperli mai,
i tacchi, dico.
Soprattutto a trent'anni, sarebbe imbarazzante..

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